Preparate gli addobbi!

Quest'anno sono partita da una nuova uscita di Sveva Casati Modignani che ho divorato in un giorno: Festa di famiglia.
La trama semplice ma ricca di colpi di scena ha catturato subito la mia attenzione in quanto le protagoniste del romanzo sono quattro amiche totalmente diverse fra loro che si riuniscono ogni giovedì a cena e condividono tormenti e passioni dimenticandosi del resto.
Il romanzo, ambientato appunto nel periodo prima di Natale, ha lo scopo di intrattenere e non si prefigge di insegnare alcunché, bensì di celebrare l'unione femminile (nel romanzo appunto quasi familiare) che fa la forza, le diverse sfaccettature di una donna che sono seminate nelle quattro amiche ma si concretizzano contemporaneamente in ognuna di noi ed ho trovato la lettura piacevole e rilassante, appassionante, romantica, natalizia.
Dello stile (che incontro per la prima volta in quanto non ho letto nient'altro della Modignani) ho apprezzato particolarmente le descrizioni caratteriali e dei cibi prelibati, lo spazio lasciato al lettore nell'immaginare ambientazioni e fisicità dei personaggi, "l'irresistibile scioglievolezza" del Lindor, cioè delle analessi, scusate.
Il punto è che questo scritto è tradizionale, l'ho definito chiacchierando "vecchia scuola" per lo stile e non intendo abbandonare questa definizione nella recensione, seppur rozza, perché credo che sia il punto di forza del romanzo ed anche il punto di debolezza. Il romanzo mi ha ricordato la casa di campagna dei nonni materni: i soffitti altissimi e le stanze luminose tappezzate con carte da parati degli anni '60, il grande arazzo di mia nonna che ritraeva un pavone e i tulipani nel vialetto mi sembravano sempre diversi perché da piccoli è tutto in mutamento, e questo romanzo mi ha dato la stessa sensazione.
Non mi era mai capitato di leggere la parola "dono" nei dialoghi, ad esempio. "Vi ringrazio per questi meravigliosi doni" è un'espressione lontana della realtà ma non potrebbe rispecchiare meglio il senso del discorso.
"Grazie per questi meravigliosi doni" è semplice come la parmigiana, non è elaborato, non è abbozzato, è italiano. Italiano che per un motivo o per l'altro suona strano in un dialogo e rende tutto nostalgico e fiabesco, come un racconto prima di addormentarsi o come le preghiere che la nonna recitava con noi a cui ancora credevamo: credo nella narrativa italiana non poetica, credo nei romanzi anziani, credo nell'immediatezza del linguaggio non elaborato e credo nel Natale di questo romanzo, nel Natale che è Festa di famiglia.

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